04 Lug Il comune di Bergamo ha firmato il protocollo Fast Track Cities
Il comune di Bergamo ha firmato il protocollo Fast Track Cities, un network à che si pone l’obiettivo di contrastare l’AIDS, riducendo lo stigma e le discriminazioni nei confronti di chi ha contratto il virus. Una recente indagine — Is HIV sorted — ha riportato che quasi la metà (43%) degli intervistati residenti in Italia ignorano che l’HIV sia un virus e solo il 37% è in grado di definire in modo corretto la sindrome da immunodeficienza acquisita, mentre circa un quarto dei cittadini (27%) ritiene che HIV e AIDS siano sinonimi. L’87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e che il 60% non ha mai eseguito un test HIV, mentre il 40% di coloro che l’hanno eseguito almeno una volta l’hanno fatto più di 5 anni prima. Il 58% degli intervistati dice che sarebbe a disagio nel lavorare a fianco di una persona sieropositiva e che esiste la possibilità di contagiarsi con un bacio, a causa di uno starnuto o condividendo del cibo. Con una prevalenza di circa 300 persone infette per 100.000 abitanti la città e la provincia di Bergamo presentano una situazione epidemiologica in linea con le altre grandi realtà metropolitane Lombarde ed Italiane. «Sebbene negli ultimi 2 anni si sia registrato un lieve calo delle nuove diagnosi, il tempo che intercorre tra l’infezione e la diagnosi si mantiene costante e sfiora mediamente i 5 anni. Questo fenomeno favorisce il perdurare dell’epidemia e dimostra, ancora una volta, che la percezione del rischio tra la popolazione è bassa», dice Franco Maggiolo infettivologo presso la ASST Papa Giovanni XXIII.Bergamo, sottoscrivendo la dichiarazione di Parigi, riconosce che è giunto il momento di far fare alla lotta all’AIDS un salto di qualità che permetta il controllo dell’epidemia entro il 2030. «È giunto il momento di alzare l’asticella della lotta all’AIDS, coalizzare l’amministrazione cittadina, le molteplici eccellenze associative operanti in città, le forze sociali e le istituzioni sanitarie», afferma il sindaco Giorgio Gori. Con la sottoscrizione della dichiarazione Bergamo è la seconda città italiana (dopo Milano) ad accedere al network internazionale. FONTE: https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/19_marzo_18/87percento-pensa-non-essere-rischio-bergamo-progetto-anti-aids-46dfac2c-4981-11e9-bd93-d4c05434d013.shtml# Il comune di Bergamo ha firmato il protocollo Fast Track Cities, un network à che si pone l’obiettivo di contrastare l’AIDS, riducendo lo stigma e le discriminazioni nei confronti di chi ha contratto il virus. Una recente indagine — Is HIV sorted — ha riportato che quasi la metà (43%) degli intervistati residenti in Italia ignorano che l’HIV sia un virus e solo il 37% è in grado di definire in modo corretto la sindrome da immunodeficienza acquisita, mentre circa un quarto dei cittadini (27%) ritiene che HIV e AIDS siano sinonimi. L’87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e che il 60% non ha mai eseguito un test HIV, mentre il 40% di coloro che l’hanno eseguito almeno una volta l’hanno fatto più di 5 anni prima. Il 58% degli intervistati dice che sarebbe a disagio nel lavorare a fianco di una persona sieropositiva e che esiste la possibilità di contagiarsi con un bacio, a causa di uno starnuto o condividendo del cibo. L’87% pensa di non essere a rischio Insieme a Milano è la seconda città in Italia che ha aderito al piano di informazione e di lotta alle discriminazioni. Il 60% degli intervistati non si è mai sottoposto al test. Il comune di Bergamo ha firmato il protocollo Fast Track Cities, un network à che si pone l’obiettivo di contrastare l’AIDS, riducendo lo stigma e le discriminazioni nei confronti di chi ha contratto il virus. Una recente indagine — Is HIV sorted — ha riportato che quasi la metà (43%) degli intervistati residenti in Italia ignorano che l’HIV sia un virus e solo il 37% è in grado di definire in modo corretto la sindrome da immunodeficienza acquisita, mentre circa un quarto dei cittadini (27%) ritiene che HIV e AIDS siano sinonimi. L’87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e che il 60% non ha mai eseguito un test HIV, mentre il 40% di coloro che l’hanno eseguito almeno una volta l’hanno fatto più di 5 anni prima. Il 58% degli intervistati dice che sarebbe a disagio nel lavorare a fianco di una persona sieropositiva e che esiste la possibilità di contagiarsi con un bacio, a causa di uno starnuto o condividendo del cibo. Con una prevalenza di circa 300 persone infette per 100.000 abitanti la città e la provincia di Bergamo presentano una situazione epidemiologica in linea con le altre grandi realtà metropolitane Lombarde ed Italiane. «Sebbene negli ultimi 2 anni si sia registrato un lieve calo delle nuove diagnosi, il tempo che intercorre tra l’infezione e la diagnosi si mantiene costante e sfiora mediamente i 5 anni. Questo fenomeno favorisce il perdurare dell’epidemia e dimostra, ancora una volta, che la percezione del rischio tra la popolazione è bassa», dice Franco Maggiolo infettivologo presso la ASST Papa Giovanni XXIII. Bergamo, sottoscrivendo la dichiarazione di Parigi, riconosce che è giunto il momento di far fare alla lotta all’AIDS un salto di qualità che permetta il controllo dell’epidemia entro il 2030. «È giunto il momento di alzare l’asticella della lotta all’AIDS, coalizzare l’amministrazione cittadina, le molteplici eccellenze associative operanti in città, le forze sociali e le istituzioni sanitarie», afferma il sindaco Giorgio Gori. Con la sottoscrizione della dichiarazione Bergamo è la seconda città italiana (dopo Milano) ad accedere al network internazionale. FONTE: https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/19_marzo_18/87percento-pensa-non-essere-rischio-bergamo-progetto-anti-aids-46dfac2c-4981-11e9-bd93-d4c05434d013.shtml# Il comune di Bergamo ha firmato il protocollo Fast Track Cities, un network à che si pone l’obiettivo di contrastare l’AIDS, riducendo lo stigma e le discriminazioni nei confronti di chi ha contratto il virus. Una recente indagine — Is HIV sorted — ha riportato che quasi la metà (43%) degli intervistati residenti in Italia ignorano che l’HIV sia un virus e solo il 37% è in grado di definire in modo corretto la sindrome da immunodeficienza acquisita, mentre circa un quarto dei cittadini (27%) ritiene che HIV e AIDS siano sinonimi. L’87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e che il 60% non ha mai eseguito un test HIV, mentre il 40% di coloro che l’hanno eseguito almeno una volta l’hanno fatto più di 5 anni prima. Il 58% degli intervistati dice che sarebbe a disagio nel lavorare a fianco di una persona sieropositiva e che esiste la possibilità di contagiarsi con un bacio, a causa di uno starnuto o condividendo del cibo. Il comune di Bergamo ha firmato il protocollo Fast Track Cities, un network à che si pone l’obiettivo di contrastare l’AIDS, riducendo lo stigma e le discriminazioni nei confronti di chi ha contratto il virus. Una recente indagine — Is HIV sorted — ha riportato che quasi la metà (43%) degli intervistati residenti in Italia ignorano che l’HIV sia un virus e solo il 37% è in grado di definire in modo corretto la sindrome da immunodeficienza acquisita, mentre circa un quarto dei cittadini (27%) ritiene che HIV e AIDS siano sinonimi. L’87% dei soggetti adulti non si ritiene a rischio di contagio e che il 60% non ha mai eseguito un test HIV, mentre il 40% di coloro che l’hanno eseguito almeno una volta l’hanno fatto più di 5 anni prima. Il 58% degli intervistati dice che sarebbe a disagio nel lavorare a fianco di una persona sieropositiva e che esiste la possibilità di contagiarsi con un bacio, a causa di uno starnuto o condividendo del cibo.