Test Hiv, è possibile anche senza il consenso dei genitori: il via libera dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

Test Hiv, è possibile anche senza il consenso dei genitori: il via libera dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

Il sì dell’Autorità è vincolato ad alcune condizioni: che i test avvengano in un contesto protetto nell’ambito del Servizio sanitario nazionale; che in caso di positività i genitori siano coinvolti; educazione all’affettivitàdi ANNA MARIA DE LUCA
ROMA – “Sì all’accesso autonomo per i minorenni, ma ad alcune condizioni”. E’ quanto ha risposto l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza alla richiesta di parere formulata dal ministero della Salute sulla liceità e opportunità di una legge in materia. Il numero di ragazzi che contraggono l’Hiv è in crescita, anche a causa di diagnosi tardive ed all’assenza di campagne informative adeguate.
Accesso al test HIV. Oggi, se un ragazzo o una ragazza con meno di 18 anni vogliono provare il test per l’ HIV e per le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) devono avere il consenso dei genitori: per questo molti rinunciano. Il parere positivo dell’Autorità Garante sulla possibilità di valutare l’introduzione di norme che consentano in Italia l’accesso ai test anche senza il preventivo consenso dei genitori, tiene conto anche delle osservazioni della Consulta dei ragazzi, appositamente interpellata. I giovani hanno evidenziato, in particolare, l’opportunità di ricevere informazioni adeguate, a scuola, in altre sedi o attraverso campagne sociali e spot.Le tre condizioni. Il sì dell’Autorità è vincolato ad alcune condizioni. Spiega la Garante Filomena Albano: “La prima condizione è che i test avvengano in un contesto protetto e dedicato nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. La seconda è che in caso di positività ai test i genitori o il tutore siano coinvolti al fine di garantire alla persona di minore età un adeguato supporto affettivo nella gestione della notizia e della terapia. Infine, è necessario in caso di positività ai test i genitori o il tutore siano coinvolti e l’educazione all’affettività e alle emozioni”.La necessità di una cultura della prevenzione. Su questo e sul bisogno di una corretta educazione alla sessualità si è già espressa, il 21 settembre 2017, la rete europea dei garanti (Enoc) con un’apposita raccomandazione, a suo tempo inviata dall’Agia al ministero della Salute e al Miur. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, l’incidenza della malattia è più alta nella fascia di età compresa tra i 25-29 anni, il che non esclude che possa essere stato contratto quando si era ancora minorenni.
La legge. L’ordinamento italiano prevede la possibilità di derogare con legge al principio dell’acquisizione della capacità di agire al diciottesimo anno di età. E tra quelle già esistenti ce ne sono alcune destinate, tra l’altro, proprio a garantire il diritto alla salute delle persone di minore età. “La Convenzione di New York stabilisce infatti che gli stati assicurino il diritto dei minorenni ad accedere ai servizi sanitari al fine di tutelarne nel miglior modo possibile la salute” ricorda Filomena Albano. L’Autorità garante si è resa disponibile a fornire il proprio contributo al ministero della Salute già in fase di redazione di un eventuale disegno di legge in materia.
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